I torinesi preferiscono di gran lunga il matrimonio civile a quello religioso lo dicono gli ultimi dati Istat e ne parliamo sul Corriere della sera in un’intervista con il giornalista Dario Basile. Nella città di Torino i matrimoni celebrati in comune nel 2017 sono 3.830, quasi il doppio di quelli celebrati in chiesa che sono 2.117.
Torino, il matrimonio civile ora si mette in scena (nozze-fiction a pagamento)
I torinesi lo preferiscono di gran lunga a quello religioso. Però sempre più sposi cercano di «spettacolarizzare» il rito civile in location di prestigio, pagando il fitto anche 2000 euro: dal Museo del Risorgimento a Palazzo Madama.
La cerimonia civile non ha però l’impatto emozionale e scenografico di un matrimonio religioso. Il rito nuziale è un momento importante non solo per i due innamorati ma anche per la rete sociale degli sposi. Per questo generalmente le nozze vengono celebrate con feste e banchetti, dove parenti e amici accolgono l’arrivo di una nuova famiglia nella comunità. Alcune tradizioni secolari prevedono addirittura che alla festa di matrimonio vengano invitati tutti gli abitanti del paese.
Sedi auliche
Fare la stessa cosa nel capoluogo piemontese sarebbe indubbiamente complicato però, per rendere l’evento più spettacolare il Comune di Torino offre la possibilità di celebrare il rito civile in alcune sedi auliche, al costo di 2 mila euro. Gli sposi possono quindi promettersi amore eterno tra i tesori del Museo del Risorgimento oppure contorniati dall’arte contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ma non solo, è possibile pronunciare il fatidico sì anche sul palco del settecentesco Teatro Carignano, nei saloni aulici di Palazzo Madama, nella «Sala dei Mappamondi» dell’Accademia delle Scienze o, per i più sportivi, all’interno dello «Stadio Olimpico» di Torino.
Sala dei Marmi (più «economica»)
Al costo più contenuto di 800 euro è invece possibile celebrare le nozze nella «Sala Marmi» di Palazzo Civico. Nel 2018 sono stati celebrati in questi luoghi speciali 88 matrimoni, di cui 2 unioni civili. C’è però un altro tipo di espediente che permette di spettacolarizzare il rito civile: il matrimonio simbolico. Ci spiegano di cosa si tratta le torinesi Stefania Poletti (46 anni) e Serena Obert (35 anni) di professione wedding planner e autrici (insieme a Stefania Niccolini) del libro «Voglio fare la Wedding Planner» (La Corte editore).
Wedding planner
L’organizzatrice di matrimoni è un lavoro relativamente nuovo per il nostro Paese, ma sta rapidamente prendendo piede. Iniziato ad affermarsi a partire dagli anni Duemila, oggi solo in Piemonte si possono contare più di duecento wedding planner. Racconta Serena Obert: «Spesso le coppie oggi scelgono di non celebrare il matrimonio religioso perché entrambi non frequentano la parrocchia. Può quindi essere una forzatura decidere di sposarsi in chiesa solo perché è più imponente e molto più aulica come cerimonia». C’è poi chi deve rinunciare alla chiesa perché si sposa in seconde nozze. Aggiunge Stefania: «Il rito civile classico prevede una scaletta molto breve con un saluto, la lettura degli articoli del codice civile, la richiesta di volontà degli sposi, lo scambio degli anelli e la lettura dell’atto. Il tutto dura al massimo una ventina di minuti». Una cerimonia fredda e impersonale, quindi. Per ovviare a questo problema sempre più sposi si rivolgono alle organizzatrici di matrimoni. Richiedono di personalizzare la cerimonia, perché sia un evento speciale che parli in qualche modo di loro.
Cerimonia «customizzata» e finta
La soluzione può dunque essere il matrimonio simbolico. La mattina si celebra il rito civile davanti a pochi intimi e il pomeriggio, con una finzione, lo si riproduce davanti a tutti gli invitati. Tutto ciò avviene nel luogo stesso della festa, come la sala di un castello o il giardino di una villa. Racconta Serena: «Noi lavoriamo con due tipologie di officianti: o delle persone che fanno gli officianti simbolici per mestiere, oppure con degli attori. Queste figure fingono di essere degli ufficiali di stato civile». Il più delle volte gli ospiti non sono consapevoli di assistere a una finzione, perché tutto viene riprodotto alla perfezione con tanto di registro e di firme. L’unica cosa che non è possibile fare è indossare la fascia tricolore. Nella cerimonia simbolica vengono anche recitati brani di letteratura e gli amici e i parenti possono intervenire davanti agli ospiti per raccontare qualcosa dei ragazzi. Il rito viene personalizzato a seconda della sensibilità degli sposi. Ricorda Serena Obert: «Alcuni coniugi hanno in mano una candela ed insieme accendono un cero centrale, che rappresenta la famiglia. Altri hanno due tipologie di sabbie diverse, che vengono versate in un contenitore e mischiate insieme. Si rappresenta così due persone che si uniscono». Aggiunge Stefania: «Con il matrimonio simbolico hai la totale libertà. Ciò che vogliono gli sposi viene fatto. Anni fa abbiamo ricevuto la richiesta di una coppia che avrebbe voluto celebrare il loro matrimonio a piedi nudi in un corso d’acqua corrente». L’intera cerimonia viene curata nei dettagli, come spiega Serena Obert: «Le sedie perfette in fila, i fiorellini, le damigelle bambine prima e poi quelle grandi dopo. Negli ultimi anni è andato molto di moda il matrimonio in mezzo al bosco. Va ancora tantissimo l’arco fiorito, che rappresenta in qualche modo un ingresso». Ma non mancano gli imprevisti, come il futuro sposo che solo al momento del sopralluogo si è accorto, non senza imbarazzo, che il castello prescelto era lo stesso nel quale si era svolto il suo precedente matrimonio.